Nell'ultimo
anno e in quello precedente, molte certezze sono venute meno: posto fisso,
reddito sufficiente per vivere, prospettive future ecc. Sarebbe opportuno che
sparissero anche alcuni luoghi comuni, non ultimo quello della "volontà".
Parlo
sopratutto del nord-est dell'Italia, una terra dove con la "volontà",
centinaia di lavoratori sono diventatati piccoli artigiani prima e medi
imprenditori poi.
Ecco la
volontà era un mezzo duro ma efficace, con la volontà si finivano le scuole
medie, si cercava un lavoro come garzone in qualche azienda. Con la volontà, si
trovava lavoro, si guadagnava e ci si realizzava. Poi ci si stancava e con la
volontà si tornava a studiare alle scuole serali, si diventava ragioniere, poi
bancario e poi direttore.
Con la
volontà e il sacrificio e l'intraprendenza si partiva facendo un lavoro umile,
si acquisiva esperienza, si fondava una ditta propria, si diventava piccolo
imprenditore e nel giro di qualche anno: ci si trovava a capo di un'azienda di
discrete dimensioni, con un certo numero di maestranze alle proprie dipendenze.
Questi dipendenti, oltre che a ringraziare per la possibilità di lavorare, ogni
giorno con la loro attività rendevano onore a quella volontà che aveva reso
possibile fondare l'azienda.
Bene,
sarebbe il tempo di precisare che il concetto di "volontà", così come
descritto, non esiste più perchè non ha più senso di esistere.
La volontà,
in un mondo come quello contemporaneo così complesso e competitivo, dovrebbe
essere stata sostituta dal "merito", criterio più idoneo ai giorni
nostri. Questa sostituzione è avvenuta solo in parte e non di meno resta il
fatto che la volontà oggi conta ben poco.
Oggi sarebbe
opportuno che non ha più senso parlare di uomini volenterosi o pigri, di aperti
o "ciusi", di dinamici o statici (quasi fossimo dei corpi astratti).
In un mondo dove la domanda di lavoro è infinitamente superiore all'offerta è
ridicolo parlare di volontà. Piuttosto sarebbe opportuno chiedersi se si
riuscirebbe a sopravvivere ad una competizione di questo tipo e come.
In un tempo
come questo dove le istituzioni (politiche ed economiche) chiedono fiducia ma
non ne danno, più che invocare la cara e vecchia volontà, sarebbe opportuno lodare
la speranza. La stessa che permette a molte persone di andare avanti nonostante
tutto remi contro. Nonostante le porte chiuse in faccia, nonostante i mutui
eterni per acquistare casa, nonostante gli studi che non offrono nuove opportunità,
nonostante gli stipendi rari e comunque ridicoli.
Ecco la
speranza è qualcosa di cui oggi c'è bisogno, più che della volontà.
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